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di Annelise Jacintho de Siqueira, Manager, Business Coach specializzata in Neuromanagement
18 ottobre 2024
In un mondo che ci spinge continuamente a rincorrere obiettivi esterni, a soddisfare aspettative e a conformarci a modelli predefiniti, è fin troppo facile perdere di vista chi siamo veramente. Succede lentamente, quasi senza accorgersene: un giorno ti svegli e ti rendi conto di non essere più al centro della tua stessa esistenza. Quando smetti di essere sé stessi, le conseguenze si fanno sentire su più livelli, spesso in modi subdoli e profondamente nocivi.
Uno degli effetti più immediati di questa disconnessione interiore è la perdita di autenticità. Quando cerchi costantemente di essere ciò che gli altri si aspettano da te, o quando insegui obiettivi che non ti appartengono davvero, perdi di vista i tuoi valori, i tuoi desideri e le tue passioni. In questo processo, smetti di essere la versione autentica di te stesso/a, adattandoti a ruoli e contesti che non rispecchiano chi sei veramente.
Non essere più al centro della propria esistenza genera un profondo senso di vuoto e insoddisfazione. Quando la vita viene vissuta secondo i bisogni degli altri o secondo aspettative sociali imposte, può insorgere una forma di alienazione da sé stessi. L’ansia e lo stress diventano compagni quotidiani, e a lungo andare, la salute mentale ne risente, aprendo la porta alla depressione, alla frustrazione cronica e a una costante mancanza di motivazione.
Anche le relazioni con gli altri ne risentono. Ci si ritrova spesso in relazioni squilibrate, dove i bisogni e i desideri degli altri vengono messi al primo posto a discapito dei propri. Questo può portare a dinamiche tossiche in cui si perde il senso del proprio valore. Alla lunga, queste relazioni diventano insostenibili e portano ulteriore sofferenza.
Un altro effetto nocivo di non essere più al centro della propria esistenza è la disconnessione dai propri sogni e aspirazioni. Quando metti da parte ciò che ti rende davvero felice o realizzata per compiacere gli altri o adattarti a contesti che non ti rappresentano, rischi di rinunciare alle tue vere passioni. Questa rinuncia, spesso inconscia, può farci sentire stagnanti, come se la nostra vita non stesse seguendo il percorso che desideriamo.
La buona notizia è che possiamo sempre ritrovare il nostro centro. Il primo passo è prendere consapevolezza del fatto che ci siamo allontanati da noi stessi. Questo richiede un’introspezione profonda, domandarsi quali sono i nostri veri valori, desideri e passioni. Solo quando torniamo ad ascoltare la nostra voce interiore possiamo riappropriarci del nostro percorso.
Riconnettersi significa anche imparare a dire di no. No a ciò che non ci rappresenta. No alle aspettative degli altri che non sono in linea con chi siamo. E soprattutto, significa dire sì a noi stessi: alle nostre esigenze, ai nostri sogni, alla nostra autenticità.
Smettere di essere autentici è una trappola in cui molti di noi cadono, spesso senza rendersene conto. Ma è anche un segnale importante che ci invita a fermarci, riflettere e rimettere noi stessi al centro. Essere autentici e fedeli a chi siamo, non solo migliora il nostro benessere emotivo, ma ci permette anche di costruire una vita più appagante e relazioni più autentiche.
In fondo, questa riflessione richiama un principio semplice ma potente, che ci viene ricordato ogni volta che saliamo su un aereo: nelle istruzioni di sicurezza, ci viene detto di indossare la maschera di ossigeno prima su noi stessi, e solo dopo di aiutare chi ci è accanto. Questo vale anche nella vita quotidiana.
Se non ci prendiamo cura di noi stessi, se non mettiamo al centro la nostra autenticità e il nostro benessere, non saremo mai in grado di dare il meglio di noi agli altri.
Solo quando impariamo a respirare a pieni polmoni, possiamo veramente essere d’aiuto a chi ci circonda.